La recente critica si è data ad occuparsi, con particolare interesse, di Carmelo Fabio D’Antoni, fermandosi soprattutto sulla dinamica e sulla saviezza che largamente caratterizzano le sue opere. Bisogna subito sottolineare che i motivi sono molti perchè accanto alla celebrazione della sua umana intelligenza, abbiamo quella dell’amore, intesa come ferrea ed incoercibile legge dell’umana natura creativa.
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La vita, nei suoi contrastanti aspetti, si dispiega all’interesse del pittore sin dalle prime pennellate; che servono veramente a introdurci nello spirito della sua arte. Questo giovane artista ci dice che l’unità artistica è possibile solo dove c’è un problema spirituale dominante, un atteggiamento immutabile della coscienza: dove questo manca, infatti, tutto si dissolve e le affinità coloristiche si riducono ai particolari tecnici.
Osservando le opere di Carmelo Fabio D’Antoni riscontriamo un segno elegante che non si esaurisce e non si fonde con altri.
La creatività di questo giovane artista, nato all’ombra dell’Etna, si riflette in una molteplicità irriducibile ad assoluta unità . Cè quell’anelito senza cui l’Arte non tocca la sfera del sublime.
Quando realizza le sue tele, il dilagare dei colori è uno spettacolo che lo commuove: la sua pennellata non si limita alla psicologia degli istinti e agli espedienti dell’ingegno ma sconfina nella regione dei sentimenti solenni della vita.
Silvio Rossi, Critico d’arte
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